venerdì 24 aprile 2020

      "Se guarderai a lungo nell'abisso, 
        anche l'abisso guarderà in te."
                                          E.A.Poe

                                                          il sogno

Voglio iniziare questa pagina del mio diario virtuale, descrivendo un sogno che feci tanti anni fa.

Sogno dell'aprile 2013, mi addormentai nel mio letto, aprii gli occhi e non sapendo dove fossi, una luce mi ferì la retina, una luce alquanto strana, quasi deformata da una specie di filtro, come quando si guarda intensamente il sole e la luce si distorce rivelando un cerchio scuro al suo interno, una massa nera che oscura la vista.
I miei occhi si abituarono alla luce e di fronte a me ecco che si disegnò un paesaggio singolare, piccole e tonde colline perfettamente semisferiche ricoperte d'erba ondeggiante e davanti a me una strada di sabbia bianchissima, piccola si diramava attorno alle colline seguendone il perimetro.
Avanzando sulla soffice sabbia alzai gli occhi e notai che il cielo nuvoloso era basso, potevo quasi toccarlo, le nubi dense come se fossero di granito riprendevano il disegno collinare del paesaggio sottostante, come se ogni collina avesse una gemella nuvola sopra di essa, il disegno speculare si differenziava solo dal colore delle nubi e del sentiero di cielo attorno ad esse, il quale era verde fosforescente.
Mi accorsi di non essere sola ma non ne fui sorpresa, come un'ombra silenziosa una ragazza mi seguiva, sapevo chi fosse ma non ne ricordavo il nome, ebbi la sensazione, dal profumo dell'aria,che stesse per piovere e condivisi il pensiero con la mia amica, ma non piovve, decidemmo in silenzioso accordo di tornarcene a casa, quando ci voltammo però, notammo che non vi era un punto di partenza bensì il paesaggio si estendeva all'infinito.
Decidemmo dunque di proseguire, nel camminare fummo attirate da qualcosa che volteggiava in cielo, un pettirosso, ma rosso fuoco, un gigantesco pettirosso interamente colorato di rosso, volava sopra le nostre teste, senza un perché decidemmo di catturarlo, svolgemmo una rocchetta di filo nero e cercammo di afferrare l'artiglio del pettirosso, esso, non appena lo toccammo si sciolse tra le nostre dita e si trasformò in uno sciame di colibrì, uno sciame compatto che formava in cielo la sagoma del pettirosso.
Non potemmo fare altro che restare a guardarlo, stupite ma non troppo.

Ecco il mio sogno, non sono in grado di analizzarne il significato, solo il senso di angoscia e stupore di quando mi svegliai.  appena sveglia quella mattina decisi di scrivere il mio sogno, perché troppo singolare per lasciarlo andare.
Ecco per questo ho iniziato questo diario, ci sono troppe cose che meriterebbero di essere scritte per non lasciarle andare, troppe cose che offrirebbero spunti di riflessione interessanti, ci sono troppi particolari che meriterebbero un momento in più di riflessione.
Questo diario è fatto per offrire spunti di riflessione su accadimenti, pensieri, momenti di vita che probabilmente andrebbero dimenticati.



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